a cura di d. Andrea Miola

Uno dei principali compiti per un seminarista in cammino verso il presbiterato è la testimonianza vocazionale. Anche il nostro vescovo Claudio in occasione del primo incontro alla comunità del Seminario, a dicembre dello scorso anno, ha ribadito proprio questo: i Seminaristi in occasione del loro tirocinio pastorale sono chiamati a contagiare altri, a trasmettere alle comunità dove sono mandati la gioia del Vangelo, la gioia dell’avere incontrato il Signore. Ecco il motivo per cui ai seminaristi si chiede di osare nel proporre ai coetanei, specialmente ad altri giovani, di mettersi in ricerca vocazionale.

Una delle domande che spesso sento rivolgermi: «Ma quanti incontri vocazionali sei andato a fare al Minore?». La risposta, naturalmente, è un non lo so di preciso. Posso dire però con certezza che sono proprio tanti! Ora li ricordo e li rivedo tutti nella mente e nel cuore. Sono state occasioni forti perché il Signore continua a chiamare a tutte le età, anche i bambini. Penso ai tanti campi vocazionali estivi e invernali del Minore a cui ho partecipato come animatore oppure agli «Incontra Samuel e Miriam», gli appuntamenti vocazionali mensili a Rubano per i ragazzi e le ragazze delle elementari e delle medie o ancora al «Gruppo Davide», il gruppo vocazionale per le Superiori.

Lavorare con gli adolescenti è un’avventura difficile ma straordinaria: ti donano ogni giorno lo stupore della vita che cresce e la voglia di guardare avanti. Tali incontri sono stati delle opportunità preziose per poter lavorare con tanti preti, educatori del Seminario in primis, con parroci e vicari parrocchiali e anche con educatori laici che hanno a cuore di aiutare i ragazzi a scoprire il “sogno” che Dio ha per loro. Il Seminario mi ha donato tanto su questo: partecipare a quelle giornate è stato un imparare dai miei collaboratori, anche un accettare i miei limiti valorizzando le doti altrui in questo compito non facile. Sono stati momenti in cui ho dialogato tanto con genitori, conoscendo meglio le loro fatiche, condividendo con loro ansie e preoccupazioni, ma anche gioie e soddisfazioni nel lasciare un figlio mettersi in ricerca.

Da quest’anno ho la gioia di accompagnare anche i giovani che fanno parte del Gruppo Vocazionale diocesano. Rendo grazie per queste esperienze che mi permettono di vedere come il Signore continua a intrecciare ancora oggi la Sua storia con la mia e con quella di tanti altri chiamati a seguirLo.