Siamo opera delle sue mani

Circa dodici mesi fa, il nostro padre spirituale don Nicola presentava così il cammino che ci avrebbe atteso per il quinto anno di Seminario: «Non si tratta di fare la lista di ciò che avete e ciò che vi manca, ma di fare un discernimento sapienziale, sapendo che è ormai tempo di scelte radicali».

Quello stesso giorno, condividendo tra noi alcuni pensieri, era emersa la consapevolezza che se semplicemente “siamo quello che siamo”, è proprio di questo che si servirà il Signore! Sapevamo che probabilmente sarebbero arrivate delle conferme a quanto intuito negli anni precedenti, anche se non poteva mancare un po’ di timore: sapevamo infatti che sarebbe stato un tempo anche impegnativo e desideravamo di poterlo vivere davvero senza maschere, per il nostro bene. Un tempo di verità e, in definitiva, un tempo di grazia. E così è stato.

Quando il 15 maggio è divenuto pubblico che sei di noi – Dario, Alberto, Cristiano, Riccardo, Davide e Fabio – sarebbero diventati diaconi il prossimo 30 ottobre, tanta è stata la gioia che abbiamo respirato. Tra di noi e con i nostri compagni. E poi con le tante persone che un po’ alla volta venivano a sapere della notizia e si felicitavano con noi. Alle porte del diaconato, ci accompagna un forte senso di gratitudine.

Il Signore c’invita a seguirlo ma prima di tutto a fidarsi di lui. In tutti noi emerge in modo chiaro la dimensione dell’affidamento. È Lui che chiama, non siamo noi a presentarci con il curriculum. È Lui che ci guida nei vicoli stretti della vita, tra passaggi angusti e squarci d’infinito, a noi basta la certezza che ovunque saremo, saremo in sua compagnia.

L’ordinazione infatti, se chiude definitivamente alcune porte, ne apre altre.

È come uno spazio aperto che nessuno di noi sa esattamente come sarà riempito: ma come sarebbe bello se su questo spazio il Signore potesse lavorare indisturbato!

Cosa questo comporterà, non lo sappiamo. Solo Dio lo sa. Se questa incertezza un po’ ci spaventa, sentiamo che di una cosa possiamo però essere sicuri: nelle sue mani possiamo metterci, con fiducia e con gioia. Siamo infatti opera sua. Sono quelle mani ad averci plasmato fin qua, in un modo che a qualcuno sembra fuori dall’ordinario.

A noi, no: è Lui che è straordinario! Noi… siamo qui.

Davide Ciucevich

(Articolo tratto dal CorCordis di settembre 2021. Per altri articoli visita la pagina dedicata)